Come riconoscere una foto generata dall’AI

In questo periodo storico si sta assistendo alla nascita e alla diffusione delle intelligenze artificiali, potenti strumenti che saranno sempre più presenti nella vita di ciascuno di noi.
Con l’intelligenza artificiale chiunque è in grado di generare lunghi testi, immagini, musica, e addirittura video descrivendo anche solo in poche parole ciò che si intende realizzare.

La facilità con la quale è possibile creare o modificare immagini rappresenta un grande vantaggio per i fotografi che potranno snellire il flusso di lavoro in post-produzione, per i content creators che avranno meno necessità di acquistare immagini generiche dai portali di fotografia stock, e al contempo anche per i diffusori di bufale e fake news che potranno rafforzare le loro campagne di disinformazione con l’utilizzo di immagini inventate.

Con il trascorrere del tempo e l’aumento di utilizzatori dell’AI la necessità di distinguere le immagini fake da quelle reali, si fa sempre più importante e specialmente in alcuni contesti nei quali lo scopo di utilizzo delle immagini va ben oltre una mera finalità indicativa.
Attraverso un impegno comune di sviluppatori di AI, produttori di fotocamere, e responsabili delle piattaforme di pubblicazione web, sarebbe possibile creare un sistema di certificazioni immagini utilizzando i metadati del file immagine per la validazione. Questo sistema toglierebbe a buona parte delle persone la possibilità di generare immagini completamente false, tuttavia al momento non sembra esserci un movimento in tale direzione e pertanto bisogna affidarsi a intuito e fortuna.

Se nella valutazione di una immagine da un lato la fortuna può influire per inesperienza o svista, dall’altro l’intuito può aiutare grazie all’osservazione di specifiche caratteristiche che contraddistinguono le immagini create da zero: di seguito ecco quali sono!

Elevata GAMMA TONALE e DINAMICA: Le immagini generate con AI tendono ad avere elevata gamma tonale (numero di sfumature di colore) e/o gamma dinamica (numero sfumature di luminosità) da risultare spesso simili a impattanti post-produzioni HDR o illustrazioni fiabesche.

TEXTURE e PATTERN semplici: le superfici (di soggetti, terreno o pareti) non presentano elementi che “rompono” o “disturbano” la sguardo, ma sono bensì talmente uniformi da apparire artificiali o troppo curate o addirittura lisce.

SCRITTE illeggibili: Qualora siano presenti scritte (o testi), non sono chiare se non illeggibili e ricordano alfabeti orientali.

Assenza di PUBBLICITA’: Nell’era in cui viviamo, siamo letteralmente bombardati dalla pubblicità che troviamo su schermi, riviste, giornali, cartelli e cartelloni per strada… e anche magliette. Nelle immagini generate dal’AI, escludendo i possibili soggetti principali con loghi noti non sono generalmente visibili altri loghi o rimandi pubblicitari (soprattutto noti e contestualizzati), e se è possibile osservarne qualcuno come le scritte non è chiaro se non illeggibile.

ANOMALIE FISICHE e SPAZIALI: Uno degli aspetti che contraddistinguono le immagini fake, forse il più noto, è la presenza di anomalie fisiche specialmente riguardo esseri viventi. Nelle immagini sviluppate con AI non è raro osservare persone con più dita e denti del solito oppure aventi uno strano aspetto. E’ possibile osservare altresì volti deformati o asimmetrici e mancanza di corrispondenza dei dettagli (per esempio, alcune unghie corte e altre lunghe, oppure orecchini diversi) o di coerenza spaziale (per esempio alcuni soggetti hanno dimensioni e pose non confacenti alla loro posizione).

Questi sopra descritti sono i principali indizi che consentono di intuire se una foto è stata generata da AI oppure no. Al fine di una corretta valutazione, è importante considerare che non devono essere tutti necessariamente presenti, e che le immagini possono essere ritoccate con appositi software come Photoshop al fine di mascherare meglio gli errori generati dall’AI.

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Pubblicato in: Blog