Auguri.

E’ un periodo difficile sotto tutti gli aspetti. Non lo affermo a modo di classifica retorica del “si stava bene quando si stava peggio”, o del “sempre peggio” ripetuti ogni anno oppure ad ogni nuovo avvenimento. Affermo ciò con la convinzione che l’attuale emergenza sanitaria ha contribuito a evidenziare criticità di ogni genere che non si limitano a questioni gestionali in quanto riguardano la sfera introspettiva di ciascun individuo.

NoMask, NoCovid e QAnon sono solo alcuni esempi di gruppi composti da persone disposte a sostenere idee che, basandosi su parole e pensieri di grande passione, riescono a coinvolgere la parte introspettiva dei propri “credenti”. Non trattandosi di pensieri basati su prove concrete e tangibili, in grado di descrivere nella pratica una qual si voglia teoria, ciascun dei componenti di questi gruppi diventa portatore di una propria personalizzazione della “verità” predicata, dando vita a molte sfumature diverse di una sola teoria.
I motivi di tutto ciò risiedono in due aspetti fondamentali che contraddistinguono i pensieri dei singoli individui e la psicologia di massa nelle relazioni sociali: In primis molte persone tendono a credere a notizie false e cospirazioni per la comodità di trovare veloci capri espiatori, per sentirsi speciali obbiettivi pensatori o per il piacere di credere che siano vere e ignorano i fatti ineluttabilmente dimostrati con raziocinio e metodo scientifico, in quanto scomodi e contrastanti l’idea predominante del nostro pregiudizio. In secondis nei rapporti sociali di massa entra in gioco il fenomeno della “Riprova sociale” (o influenza sociale delle informazioni), per il quale una scelta o una azione sono giuste se quelli che ci circondano le reputano tali. Si pensi per esempio quando si sceglie di credere a una teoria perché detta da chi riteniamo una personalità o perché la più pensata tra cerchia di persone che conosciamo, oppure più semplicemente quando si sceglie di condividere un post bufala sui social perché condiviso da persone ritenute di fiducia.

La coesistenza di questi elementi, o meglio meccanismi psicologici, formula un cocktail che permette la generazione e la prolificazione di pensieri e teorie scientificamente indimostrate ma spacciate come vincolante verità che ad occhi e mente dei credenti neanche la più razionale analisi logica è in grado di smontare. E così dal nulla e senza prove di sostegno nascono trovano campo libero le più disparate teorie portate avanti anche da sedicenti candidati Premi Nobel o personaggi, anche del mondo sanitario, che affermano con assoluta convinzione teorie non supportate da studi eseguiti con metodo scientifico e con risultati scientificamente ripetibili: Idrossiclorochina e plasma diventano scomode cure negate dai poteri forti; Ossigeno e anidride carbonica non passano i pori della mascherina mentre il virus sì; Le bare di Bergamo erano in realtà quelle di Lampedusa; Si muore di più di influenza; Bill Gates controllerà le persone grazie al vaccino… La lista delle più o meno fantasiose amenità pseudoscientifiche è lunga, queste sono solo le più recenti poiché bufale e ipotesi di complotto sono da sempre parte significativa della psicologia delle masse.

In questo periodo difficile, siamo giunti al Natale, la fasta dei regali. La festa che probabilmente più di ogni altra rappresenta simbolicamente l’attuale concezione della presunta verità: quel vuoto personale indimostrabile che ciascuno si incarta a proprio uso, consumo e credenza.
E voi, siete pronti a confezionare la vostra personalissima, unica e irripetibile verità?

Auguri.

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